FTSE MIB, UNA BREVE PAUSA?

22 Febbraio 2023

Due settimane fa, scrivendo su queste pagine, descrivevamo la situazione dei mercati partendo dall’analisi dell’indice Eurostoxx 50, il benchmark principale per la misurazione dell’andamento dei maggiori titoli europei.

Il punto fondamentale della nostra osservazione riguardava l’individuazione del trend principale e avevamo concluso che vi fossero solide ragioni per ritenere che le borse europee si trovassero dentro una tendenza rialzista e non, come si temeva, in un normale rimbalzo di un bear market.

Data questa premessa abbiamo quindi affermato che le azioni, intese come asset class, dovevano essere nuovamente considerate come una opportunità da cogliere all’interno dei portafogli degli investitori.

Tenendo conto della fase tecnica avevamo comunque segnalato la tensione che i prezzi cominciavano a manifestare sottolineando la necessità di una pausa per consentire un sano sviluppo della tendenza a rialzo.

Il listino italiano è stato, tra quelli europei, uno dei migliori e ha messo a segno, dai minimi di ottobre 2022, una performance notevole, +34%, riportandosi a ridosso dei massimi 2021/2022. Anche in questo caso possiamo rilevare i segnali che confermerebbero l’inizio di una fase rialzista che si consolida.

Come scrivevamo nell’ultima news letter il forte recupero dei listini è ora giunto a un punto di verifica e non si possono escludere delle fasi correttive.

Anche sul FTSE MIB si possono individuare alcuni livelli di resistenza e supporto che ci aiutano a focalizzare questa fase di mercato.

A quota 27853 punti (la chiusura del 16 febbraio u. s.) il nostro mercato ha sostanzialmente raggiunto i livelli massimi segnati tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 e l’ultima parte del movimento rialzista (quella che va dall’inizio del 2023 ad oggi) è stata generata da una serie di segnali tecnici molto importanti che sostengono e confermano la tesi che vuole le borse dentro una nuova fase toro.

Il rialzo è corroborato da una condizione tecnica degli indicatori di forza che si stanno comportando da manuale: gli indicatori su base giornaliera hanno sempre confermato la salute delle accelerazioni positive senza indicare divergenze che metterebbero in discussione la salute del rialzo mentre, su base settimanale, gli stessi indicatori segnalano che saremmo in un mercato rialzista e non, come già dicevamo, in un rimbalzo tecnico di medio periodo di un bear market.

In queste ultime due settimane sono però aumentati i rischi di correzione/consolidamento e alcuni segnali di deterioramento della tendenza a breve termine si stanno palesando. Ciò non sta a significare che sia opportuno valutare una uscita dalla borsa (il trend è sempre positivo), ma dobbiamo considerare che per avere nuovi massimi il mercato dovrà superare con slancio (e volumi adeguati) la resistenza posta a quota 28162 e che, almeno per il momento, non sembrano esserci le condizioni tecniche ottimali.

L’area di supporto tra quota 27000 punti e 26500 potrebbe essere testata prima di rivedere un nuovo tentativo rialzista e quindi potrebbero essere necessarie alcune sedute di consolidamento prima di assistere a un successivo rally. Questo tipo di evoluzione sembra verosimile anche alla luce delle incertezze provenienti dal quadro macro che sono alimentate, soprattutto, dalle prossime manovre delle Banche centrali che, come è ormai noto, navigano ancora a vista nel tentativo di individuare il momento e le condizioni giuste per effettuare degli interventi di politica monetaria più espansivi.

Stiamo, quindi, attraversando una fase che, anche per i titoli domestici, è positiva e che, almeno per ora, rimane interessante in ottica di medio periodo. Le azioni hanno ancora buone chances di crescita, ma i tempi per puntare a nuovi massimi forse non sono ancora maturi. Una fase di consolidamento, con uno spostamento laterale e un periodo in trading range neutro, potrebbe essere utile.

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